venerdì 17 marzo 2017
Phantom boy: il bambino eroe in volo sopra New York
Phantom Boy è un piccolo gioiello dell'animazione francese, nato dalla penna di Alain Gagnol e diretto in coppia con Jean-Loup Felicioli, già candidati all'Oscar con Un gatto a Parigi (2010).
Una trama semplice, supportata tanto da un disegno originale e volutamente infantile (come a dare ancora più voce al bambino protagonista) quanto da squisiti occhiolini e rimandi al cinema d'autore, è l'occasione per i registi di riflettere e far riflettere sul potere salvifico della fantasia.
Leo, un ragazzino che ama raccontare favole alla sorellina, affetto da una gravissima malattia (mai nominata, ma dichiarata apertamente dal disegno), scopre di avere la capacità di uscire dal suo corpo e volteggiare liberamente sullo skyline newyorkese. Grazie al suo super potere, Leo aiuterà il tenente Alex, immobilizzato sulla sedia a rotelle da una gamba rotta, a catturare uno spietato criminale sfigurato, il cui volto ricorda le maschere di Picasso e il cui intento è distruggere New York tramite un terribile virus informatico. Come L.B. "Jeff" Jeffrie, il fotoreporter della Finestra sul cortile, anche Alex risolverà il caso senza mai alzarsi, perché gli occhi di Leo (che - con un inaspettato ribaltamento delle convenzioni - da aiutante si trasforma in eroe) diventano l'occhio alato di Leon Battista Alberti, occhio che, volando, si innalza per vedere tutto. E se è vero, come sostiene Cacciari, che "nel Tutto vi è la vicissitudo delle cose umane, la costante, irrisolvibile tensione tra fortuna e virtù", è pure vero che nel tutto rientra anche l'immaginazione, di cui il cartone animato si fa inno: non è un caso che il protagonista sia proprio un bambino, e per di più un bambino malato, che solo grazie alla fantasia può sconfiggere i mostri, che popolano non solo New York ma anche il suo corpo e la sua mente.
E nemmeno è un caso che sia proprio una favola raccontata a Leo dalla sorellina a farlo uscire dal coma, in cui era sprofondato sacrificandosi per salvare New York: ancora una volta è la fantasia bambina, fattasi parole di speranza, a risolvere la situazione e a offrire allo spettatore quel lieto fine a cui solo i piccoli riescono ancora a credere ciecamente.
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