Eravamo quattro amiche al bar che volevano cambiare il mondo...
O forse bastava cambiare se stesse. E crescere, con i sogni chiusi nelle borsette.
Sono le amiche di sempre, quelle del liceo, quelle che ti hanno vista crescere e cambiare, quelle che hanno condiviso a pieno la crisi adolescenziale, quando sul viso ogni centimetro di pelle ingaggiava un’estenuante e stoica lotta contro l’acne ruggente, quando all’ansia della versione di greco o della verifica di chimica del giorno dopo si aggiungeva quella di tutte le “prime volte”: la prima cotta sospirata e mai ricambiata, la prima serata in discoteca quando barcollante e impacciata sui primi tacchi tentavi di fingerti disinvolta sulla pista illudendoti di sembrare Alex Owens di Flash Dance, la prima festa della scuola che nel tuo immaginario si profilava stile Prom americano e poi si rivelava essere un party da scantinato dei peggio organizzati, la prima storia d’amore con i crampi allo stomaco che si mischiavano alle farfalle svolazzanti.
Ecco loro. E le vostre serate insieme. Quanto sono cambiate nel tempo?
Prima
Era facile ed entusiasmante organizzare le serate. Sedute tra i banchi di scuola passavate le ore a progettare le uscite del weekend. Probabilmente tra di voi c’era la pioniera, quella aggiornata sui locali più cool da provare, in contatto con i principali PR della città. E poi c’era la sognatrice, quella che per ogni invito a feste o compleanni faceva partire un film mentale degno di contendersi il primato con Il tempo delle mele di Pinoteau.
C’era la timorosa: "Ci sarà anche Lui?”, “E io cosa mi metto?”. E voi giù a tranquillizzarla anche se in fondo non potevate fare a meno di essere contagiate dalla sua scossa elettrica.
E poi le interminabili telefonate del pre-serata con annesse scommesse e previsioni flirtologiche.
Dopo
L’organizzazione della serata è diventata il vero insormontabile ostacolo da superare. Il resto è discesa e stridore di denti.
• Primo step: Vediamoci in settimana. Calendario alla mano. Missione: trovare una sera libera in comune. Ce la faremo? Serpeggia il panico e si comincia a sudare freddo. Con la matita si spuntano serate in agenda come se non ci fosse un domani. Come minimo finisce che la settimana designata slitta di almeno una quindicina di giorni.
• Secondo step: dove? Missione: trovare un luogo facilmente raggiungibile a tutte. Né troppo incasinato per il parcheggio né troppo isolato perché non si sa mai, né troppo costoso (qualcuna sta ancora finendo lo stage pur essendo vicina all'età del pre-pensionamento) né troppo cheap (altrimenti cosa postiamo su Instagram?!?), dove si possa fare aperitivo (abbondante e vario) o anche bere solo una tisana calda (inno alla vitalità).
Superate queste due fasi uscite a riveder le stelle. E a rivedervi, stelle!
E iniziate subito a snocciolare tutte le novità delle vostre vite. Anche qui c'è la pioniera, quella che coraggiosamente prima di tutte ci prova, compra casa e mette su famiglia. E voi, con la mascella cadente per la sorpresa, vi mostrate entusiaste e felici mentre sotto sotto, in un posticino nascosto, vi chiedete quando verrà il vostro turno, ma non lo dite, non lì perlomeno. Manca il fiato ma ingerite svelte una boccata d’aria e andate avanti ad ascoltare con un bel sorriso stampato sulla faccia.
C'è l’amica che fa carriera e che vi mostra orgogliosa tutte le prove della sua promettente scalata sociale che costa qualche sacrificio ma vale la pena, a detta sua. E poi c'è l’insoddisfatta, quella piena di aspettative che tardano a realizzarsi, che procrastina decisioni per paura di sbagliare.
Eravamo quattro amiche al bar che volevano cambiare il mondo...
O è il mondo che alla fine cambia noi.
Eppure potrebbero passare anche anni ma ogni volta che ci si rivede il tempo sembra essersi fermato. Ex soldatesse reduci da una guerra combattuta insieme, la crescita.
Nessun commento:
Posta un commento