venerdì 19 maggio 2017

Felici ma trimoni




No. Purtroppo l’idea geniale del titolo non è mia ma di uno dei miei dei della musica, idolo indiscusso e capello spaziale, Caparezza, già sul pezzo nell’ormai lontano 2006 quando si chiedeva: Ma perché vi coniugate, a che serve? Mica siete dei verbi”.
Esatto, perché? No, davvero, spiegatemelo voi perché io, da sola, proprio non ci arrivo. Perché, arrivati ai trent’anni, sentite lo spasmodico bisogno di convolare a nozze, più o meno giuste, mentre io sento lo spasmodico bisogno di ingollarmi serie su Netflix come se non ci fosse un domani? Perché i miei amici si sposano e figliano, mentre la mia conquista più grande è non lasciare l’acqua del thè sul fuoco finché non è evaporata tutta?
Ecco, ora, io lo so che anche in me c’è qualcosa di sbagliato, che sono immatura, scettica e anarchica e l’idea di firmare un contratto che mi lega a un’altra persona per tutta la vita mi toglie il fiato, che scansati record del mondo di apnea.
Io lo so che morirò cincischiando, perché in fondo sono pigra e cinica e non sono proprio due virtù che ti spingono a cogliere l’attimo, svegliandoti all’aurora come canta il caro Guccini.
IO SO.
E, pay attention, non giudico e non critico quelli che si sposano, eh. Contenti voi, contenti tutti. Vorrei capire perché lo fate. Dimentichiamoci il mio agnosticismo, virato all’ateismo, che a me cazzomene di essere sposata davanti agli occhi di Dio; tralasciamo il fatto che si sposano Fedez e la Ferragni, e già questo dovrebbe essere un ottimo deterrente all’idea di indossare l’abito bianco; togliamoci di torno anche il mio mantra “l’amore è eterno finché dura”, grazie al quale sono sopravvissuta finora, districandomi tra cocenti delusioni che al confronto il rigore di Baggio è una ventata di aria fresca. E cambiamo domanda: perché dovete ridurre l’amore a un misero contratto? Nel mio mondo, tetro e sconsolato con un tocco di melò e romanticismo becero, l’amore è un dono quotidiano, da dare e ricevere, senza costrizioni. L’amore è scelta di ogni giorno e come tale deve restare. Perché, parliamoci chiaro: finito l’entusiasmo del corteggiamento e del limone duro, dell’innamoramento e del sesso spaziale, si sceglie di amare qualcuno liberamente, senza che sia un contratto a imporcelo.

Ho detto la mia. Tolgo il pentolino del thè, che altrimenti mi evapora l’acqua.

venerdì 12 maggio 2017

Come fare bene l'amore


Un titolo così è impegnativo, lo so.
Sì, perché il post ha più probabilità di essere letto
E io ho più probabilità di deludere i lettori.
Come lo so? La dimostrazione sei proprio tu, lettore occasionale, che sei arrivato fino a qui sperando di trovare consigli su come migliorare la tua prestazione sessuale.
E io come previsto ti deluderò, forse.

La prestazione e l'ansia da prestazione. Ma perché?
Io mi rivolgo soprattutto a te, lettrice donna. Tu sai che il sesso non è che sia sempre così travolgente come ci raccontiamo. E in fondo la mia controparte nera qui sotto non ha tutti i torti. Quante volte hai già finto un piacere inesistente per compiacere un partner inconsistente?

L'annosa quaestio: il sesso sembra essere l'unità di misura del nostro valore.
O protese a rendere soddisfatto un partner che altrimenti si stufa e ci abbandona in autogrill per una teenager in shorts e calze a rete. O smaniose e bisognose di conferme e allora collezioniamo animali da serata la cui performance spesso non rasenta nemmeno la sufficienza.
La verità è che così facciamo la fine degli scendiletti, calpestati dagli altri e da noi stesse.

So cosa stai pensando a questo punto. Ecco la solita bigotta perbenista. Non ti contraddirò. Però attualmente mi sento rivoluzionaria nel mio pensiero.
Abbiamo sdoganato tutto lo sdoganabile, abbiamo inneggiato alla libertà sessuale, abbiamo distrutto il pudore etichettandolo come "sfigato". Ma cosa è seguito alla distruzione?
E tu... ci hai guadagnato?
1. Se la risposta è sì premi "indietro" e ritieniti fortunata, stai vivendo nella consapevolezza di te e ne sei felice.
2. Se la risposta è no domandati: come posso evitare che il sesso mi renda schiava? Perché è così, io sono schiava delle aspettative degli altri, schiava degli apprezzamenti e dei doppisensi, schiava della pubblicità di "Intimissimi" che tappezza la città e mi fa sentire un acaro intimidito sotto il letto al confronto.

Ecco, allora forse abbiamo bisogno di qualcuno che ci insegni a fare l'amore. Crearlo letteralmente. L'amore è quando hai trovato una scintilla di te in un'altra persona e allora hai deciso di fermarti li. Di tirare fuori il tuo meglio. Di coltivare quella "cosa" che ti fa intuire un qualche segreto sull'eternità, che ti fa sospettare un senso .
E quando ami il corpo dell'altro ti sembra il David di Donatello. Perfetto.
Riconosci il profumo della pelle e lo cerchi sul cuscino nelle assenze.
Sai a memoria il profilo e lo disegni ad occhi chiusi.

Così fare l'amore diventa splendido. Quando è un inno al corpo dell'amato. Quando è una musica che fa risuonare i tuoi sentimenti.
Così non può stancare mai. Cosi non servono le "Cinquanta sfumature" per tenere viva la passione.
E poi.. trova qualcuno che ti guardi come Botticelli con la sua Venere. Fidati, da qualche parte c'è.