venerdì 31 marzo 2017

Come si cambia... per (non) rimorchiare. Le serate con le amiche: pre e post fidanzato




Premesso quanto già detto sulle difficoltà di vedersi una volta adulte, le serate tra amiche cambiano anche in base alla rispettiva situazione sentimentale. E non venitemi a dire che solo gli uomini devono mettere la testa a posto, una volta parcheggiata la minchia.

Single
Sfatiamo un altro mito: non solo gli uomini vanno a caccia ma anche le donne, solo che usano armi diverse. E le uscite con le amiche quando sei single hanno tre obiettivi principali:

1. Divertirsi e parlare male degli uomini, non importa se siano ex o stronzi qualsiasi seduti al tavolo di fianco. Lamentarsi tra amiche del sesso opposto quando la vagina è secca è un must. Ovviamente sempre infighettate alla meglio perché il tacco 12 tutto può;
2. Sfasciarsi, possibilmente di birra, per perdere un po' i freni inibitori e ammettere a se stesse che in fondo gli uomini non fanno poi così schifo e che una scopata randomica non ha mai fatto male a nessuno. Parte la serata ignorante in discoteca e con lei la caccia;
3. Ballare fino a restare senza fiato e, se dice bene, rimorchiare un uomo a caso e poi parlarne male con le amiche. Un rimorchio serale non diventa MAI una storia d'amore, fanculo a Meredith Grey che ci ha illuse tutte. Riprendere a ballare per dimenticare l'ex e pure il tizio che vi siete limonate. Fare possibilmente l'alba che domani è un nuovo giorno e si dormirà quando saremo morte.


Fidanzata

Anche noi, una volta impegnate (o ammanettate, come preferite) inevitabilmente cambiamo atteggiamento e chiudiamo la mise da rimorchio nel cassetto più recondito dell'armadio. Ma le uscite con le amiche, per fortuna, non finiscono e hanno sempre tre obiettivi principali:

1. Divertirsi e parlare male del proprio compagno, non importa se lui ha palesemente ragione e voi torto marcio.  Trovare il pretesto più futile per lamentarsi tra amiche della propria relazione  è un must. Ovviamente sempre infighettate alla meglio perché la classe non è acqua anche quando la vita sessuale vi sorride;
2. Sbevacchiare, possibilmente vino che fa più chic, per perdere un po' i freni inibitori e ammettere a se stesse che in fondo la relazione non va così male, ma sul lavoro è una merda perché il vostro collega è uno stronzo testa di cazzo e gli uomini (tranne uno) fanno schifo, meno male che avete detto addio al sesso occasionale. Parte la serata tranquilla: vino, film e cioccolato perché, tra gestire relazione/lavoro/famiglia annessi e connessi, tutto quello che volete sono un divano e un pigiama;
3. Sostenute da cioccolato e vino, ballare in camera, cantando a squarciagola, che il neonato del piano di sotto impallidisce al confronto. Restare a parlare fino all'alba, del più e del meno, di cose belle e brutto, ma soprattutto del collega stronzo di cui sopra, perché gli uomini, tutti tranne uno, vi hanno rotto. Fare possibilmente l'alba che domani è un nuovo giorno e si dormirà quando saremo morte.

giovedì 23 marzo 2017

Perchè fare serata con le amiche cambia. Drasticamente.


Eravamo quattro amiche al bar che volevano cambiare il mondo...

O forse bastava cambiare se stesse. E crescere, con i sogni chiusi nelle borsette.





Sono le amiche di sempre, quelle del liceo, quelle che ti hanno vista crescere e cambiare, quelle che hanno condiviso a pieno la crisi adolescenziale, quando sul viso ogni centimetro di pelle ingaggiava un’estenuante e stoica lotta contro l’acne ruggente, quando all’ansia della versione di greco o della verifica di chimica del giorno dopo si aggiungeva quella di tutte le “prime volte”: la prima cotta sospirata e mai ricambiata, la prima serata in discoteca quando barcollante e impacciata sui primi tacchi tentavi di fingerti disinvolta sulla pista illudendoti di sembrare Alex Owens di Flash Dance, la prima festa della scuola che nel tuo immaginario si profilava stile Prom americano e poi si rivelava essere un party da scantinato dei peggio organizzati, la prima storia d’amore con i crampi allo stomaco che si mischiavano alle farfalle svolazzanti.

Ecco loro. E le vostre serate insieme. Quanto sono cambiate nel tempo?


Prima
Era facile ed entusiasmante organizzare le serate. Sedute tra i banchi di scuola passavate le ore a progettare le uscite del weekend. Probabilmente tra di voi c’era la pioniera, quella aggiornata sui locali più cool da provare, in contatto con i principali PR della città. E poi c’era la sognatrice, quella che per ogni invito a feste o compleanni faceva partire un film mentale degno di contendersi il primato con Il tempo delle mele di Pinoteau.
C’era la timorosa: "Ci sarà anche Lui?”, “E io cosa mi metto?”. E voi giù a tranquillizzarla anche se in fondo non potevate fare a meno di essere contagiate dalla sua scossa elettrica.
E poi le interminabili telefonate del pre-serata con annesse scommesse e previsioni flirtologiche.


Dopo
L’organizzazione della serata è diventata il vero insormontabile ostacolo da superare. Il resto è discesa e stridore di denti.

Primo step: Vediamoci in settimana. Calendario alla mano. Missione: trovare una sera libera in comune. Ce la faremo? Serpeggia il panico e si comincia a sudare freddo. Con la matita si spuntano serate in agenda come se non ci fosse un domani. Come minimo finisce che la settimana designata slitta di almeno una quindicina di giorni.
Secondo step: dove? Missione: trovare un luogo facilmente raggiungibile a tutte. Né troppo incasinato per il parcheggio né troppo isolato perché non si sa mai, né troppo costoso (qualcuna sta ancora finendo lo stage pur essendo vicina all'età del pre-pensionamento) né troppo cheap (altrimenti cosa postiamo su Instagram?!?), dove si possa fare aperitivo (abbondante e vario) o anche bere solo una tisana calda (inno alla vitalità).

Superate queste due fasi uscite a riveder le stelle. E a rivedervi, stelle!
E iniziate subito a snocciolare tutte le novità delle vostre vite. Anche qui c'è la pioniera, quella che coraggiosamente prima di tutte ci prova, compra casa e mette su famiglia. E voi, con la mascella cadente per la sorpresa, vi mostrate entusiaste e felici mentre sotto sotto, in un posticino nascosto, vi chiedete quando verrà il vostro turno, ma non lo dite, non lì perlomeno. Manca il fiato ma ingerite svelte una boccata d’aria e andate avanti ad ascoltare con un bel sorriso stampato sulla faccia.
C'è l’amica che fa carriera e che vi mostra orgogliosa tutte le prove della sua promettente scalata sociale che costa qualche sacrificio ma vale la pena, a detta sua. E poi c'è l’insoddisfatta, quella piena di aspettative che tardano a realizzarsi, che procrastina decisioni per paura di sbagliare.

Eravamo quattro amiche al bar che volevano cambiare il mondo...

O è il mondo che alla fine cambia noi. 

Eppure potrebbero passare anche anni ma ogni volta che ci si rivede il tempo sembra essersi fermato. Ex soldatesse reduci da una guerra combattuta insieme, la crescita.

venerdì 17 marzo 2017

Phantom boy: il bambino eroe in volo sopra New York



Phantom Boy è un piccolo gioiello dell'animazione francese, nato dalla penna di Alain Gagnol e diretto in coppia con Jean-Loup Felicioli, già candidati all'Oscar con Un gatto a Parigi (2010).
Una trama semplice, supportata tanto da un disegno originale e volutamente infantile (come a dare ancora più voce al bambino protagonista) quanto da squisiti occhiolini e rimandi al cinema d'autore, è l'occasione per i registi di riflettere e far riflettere sul potere salvifico della fantasia.
Leo, un ragazzino che ama raccontare favole alla sorellina, affetto da una gravissima malattia (mai nominata, ma dichiarata apertamente dal disegno), scopre di avere la capacità di uscire dal suo corpo e volteggiare liberamente sullo skyline newyorkese. Grazie al suo super potere, Leo aiuterà il tenente Alex, immobilizzato sulla sedia a rotelle da una gamba rotta, a catturare uno spietato criminale sfigurato, il cui volto ricorda le maschere di Picasso e il cui intento è distruggere New York tramite un terribile virus informatico. Come L.B. "Jeff" Jeffrie, il fotoreporter della Finestra sul cortile, anche Alex risolverà il caso senza mai alzarsi, perché gli occhi di Leo (che - con un inaspettato ribaltamento delle convenzioni - da aiutante si trasforma in eroe) diventano l'occhio alato di Leon Battista Alberti, occhio che, volando, si innalza per vedere tutto. E se è vero, come sostiene Cacciari, che "nel Tutto vi è la vicissitudo delle cose umane, la costante, irrisolvibile tensione tra fortuna e virtù", è pure vero che nel tutto rientra anche l'immaginazione, di cui il cartone animato si fa inno: non è un caso che il protagonista sia proprio un bambino, e per di più un bambino malato, che solo grazie alla fantasia può sconfiggere i mostri, che popolano non solo New York ma anche il suo corpo e la sua mente.
E nemmeno è un caso che sia proprio una favola raccontata a Leo dalla sorellina a farlo uscire dal coma, in cui era sprofondato sacrificandosi per salvare New York: ancora una volta è la fantasia bambina, fattasi parole di speranza, a risolvere la situazione e a offrire allo spettatore quel lieto fine a cui solo i piccoli riescono ancora a credere ciecamente.

martedì 7 marzo 2017

Tutto quello che avreste voluto sapere sulle donne* (*ma non avete mai osato chiedere)


Essere donna: il Bianco

Essere donna è un privilegio. Un privilegio sottovalutato.
L’aveva già intuito a suo tempo Dante Alighieri quando aveva elevato Beatrice nelle schiere celesti dandole il ruolo di personale guida verso Dio. Non certo quisquiglie.
Io mi sono però innamorata di quel misogino di Giacomo Leopardi (sfigato in amore, come tanti o forse tutti i misogini). Nelle nozze della sorella Paolina afferma:

Donne, da voi non poco
La patria aspetta; e non in danno e scorno
Dell’umana progenie al dolce raggio
Delle pupille vostre il ferro e il foco
Domar fu dato (…)

Ad atti egregi è sprone
Amor, chi ben l’estima, e d’alto affetto
Maestra è la beltà. D’amor digiuna
Siede l’alma di quello a cui nel petto
Non si rallegra il cor (...)

Leggendo questi versi mi sono sentita presa in causa, quasi rimproverata.
Il valore della donna sarebbe più determinante di quello maschile sui campi di battaglia: lo sguardo femminile ("dolce raggio delle pupille vostre") avrebbe il potere di domare "il ferro e il foco", di rovesciare le sorti della patria e della storia.
E come? Non certo andando in prima linea a combattere perché, diciamocelo, la natura ci ha donato una struttura fisica differente da quella maschile. EvvivaIddio! Inutile rivendicare parità assoluta quando siamo diversi, magnificamente diversi. Non c’è inferiorità o superiorità, ma è una questione meramente oggettiva.
La donna è più fragile e non ha bisogno di vergognarsi della sua meravigliosa fragilità. La donna è colei che per nove mesi porta in grembo una nuova vita e che se ne occupa per i successivi giorni, nutrendola direttamente dal proprio corpo. La donna è calore. È profumo di buono. Chiudete gli occhi e pensate al profumo di vostra madre. Lo sentite? Rimane lì, catturato per sempre, pronto a riaffiorare quando meno te l'aspetti.
La donna è il perno attorno al quale ruota una famiglia. La donna è colei che con la sua grazia e bellezza, soprattutto interiore, può spronare l’uomo a tirare fuori il meglio di sé.
E sarà forse per questo che la saggezza popolare insegna che dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna? Non mi sento sminuita da questa affermazione, al contrario. Riconoscere che la mia femminilità, unita a dolcezza e intelligenza, possa portare alla luce bellezza e valore anche dalle persone circostanti mi riempie di gioia. Mi sento più responsabile della comunità in cui vivo e delle generazioni che verranno e che ci giudicheranno.
Se, in quanto donna, mi lamento di essere trattata come un oggetto ma poi posto di continuo foto in bikini succinti, labbra arricciate e natica sporgente quale valore mi sto attribuendo? Quale messaggio sto comunicando? Come posso incolpare la società di tutti i mali dell'universo quando sono la prima a violare la sacralità del mio corpo? Cosa dirò a figli/e, nipotini/e, discendenti vari quando troveranno i miei scatti da gattina in baby doll? Proverò a spiegare che mi servivano più likes?
In questo mi sento sminuita. Nel bisogno di ostentare una continua provocazione per sentirmi apprezzata. Il mio corpo è un inno alla vita e come tale voglio proteggerlo da altri "utilizzi". Un corpo femminile è bello e armonioso. Un corpo femminile è una sinfonia di forme e rotondità, con tutte le sue unicità. Un corpo femminile è opera d'arte.
E il privilegio di essere donna sta tutto racchiuso qui: comprendere il mio tesoro, attribuirgli un valore inestimabile e donarlo quando davvero ne vale la pena.


Essere donna: il Nero

Essere donna, diciamocela tutta, non è bello. È una faticaccia. Mi correggo: essere donna è bello e faticoso, perché, sia ben chiaro, essere donna mi piace, mi piace proprio un sacco. Ma (perché c'è sempre un ma), ma ci sono dei momenti in cui preferirei avere un pene, tipo quando, durante una serata al Magnolia, piena di birra che neanche un camionista sull'Anagnina, mi scappa la pipì e devo usare quei cessi di merda, che al confronto la peggio latrina di Mumbai sembra il bagno del Ritz. Ecco, in quel momento desidererei tanto avere un pene, per urinare libera e felice sul primo albero disponibile, magari sgocciolando un disegnino stile Pollock.
E mi risparmierei volentieri un sacco di altre rotture, come la ceretta. E adesso non venitemi a dire che se la fanno pure gli uomini perché, per me, quelli non sono uomini. E non venitemi nemmeno a dire che è un'imposizione della società, perché anche a noi donne, alla fin fine, piace essere lissie lissie e non sentirci degli orsetti irsuti, ma ciò non toglie che depilarsi sia una rottura, e per di più dolorosa. Ecco, forse un pene in questo caso non serve. Serviva nascere glabre. Grazie mamma, grazie stupidi geni.
E vogliamo parlare del makeup, il profumo, lo smalto, le creme, lo scrub, cazzimazziestramazzi che il mio moroso si rasa i capelli, si doccia usando solo il bagnoschiuma e non sa nemmeno che cazzo sia uno scrub? 3, 2, 1 pronti via, senza dover abbinare il trucco al vestito.
Che poi il vestito va scelto. E vi assicuro che per una come me, che tende a indossare una divisa nera jeans e maglietta, tre matrimoni in un anno con tre outfit diversi sono stati un'impresa degna delle X fatiche di Ercole. I capelli li ho tagliati, così almeno all'acconciatura non ci penso.
Ma c'è una cosa più di tutte che mi fa incazzare dell'essere donna. E sono quelle sottili discriminazioni sessuali che ancora persistono. I femminili insulsi tipo "ministra". Il bollo "facile", per non dire "troia", se ti godi il sesso da one-night stand o se hai più uomini contemporaneamente. Lo stupore se di mestiere guidi l'autobus o sei AD di una multinazionale. Siamo nel 2017, datevi una svegliata: ministro va più che bene anche per le donne, e non ci serve per forza un sostantivo in -a per ribadire il nostro sesso; la figa è nostra e ce la gestiamo noi, libere di darla o tenercela a seconda di come ci gira; saranno anche cazzi nostri se ci piace guidare l'autobus o se abbiamo scelto di fare carriera, magari sacrificando tutto il resto. E se non voglio depilarmi non lo faccio, vado in tuta ai matrimoni e per di puù struccata, tiè ciapa sü. Mo resta il problema pisciare in piedi, che cazzo da bambina in Provenza ho fatto pipì accucciata e il Mistral me l'ha deviata in faccia effetto boomerang ed è una cosa che non auguro a nessuno. Ma almeno mi son fatta delle gran risate.

Essere donna è bello e faticoso. E non ci rinuncerei per niente al mondo.

venerdì 3 marzo 2017

Fidanzati da evitare e come riconoscerli

I dieci fidanzati che non vorresti mai




L'egoista: pensa solo a se stesso, è concentrato solo su quello che riguarda esclusivamente lui, crede di essere il centro dell'universo mondo. TERNO! Cosa ho vinto? Io un cazzo come al solito, voi una delle mie perle: rassegnatevi, stando con l'egoista non sarete mai una priorità; verranno sempre prima il suo lavoro, i suoi allenamenti di calcetto, il suo fantacalcio, i suoi amici, il suo cane, il suo (inserire oggetto, animato o non, a piacere, che io non ho più idee).


L'appiccicoso: hai la bacheca Facebook piena di cuoricini e foto di voi due appollaiati su qualche paesaggio mozzafiato? Non fai in tempo a far morire disidratata la rosa che ti ha regalato che ti vedi recapitare un mazzo di fiori in ufficio, mentre con le chiazze di rossore che compaiono feroci sul collo tenti di giustificare alle colleghe che si tratterà di un errore, che certamente non saranno per te..in fondo non è mica il tuo compleanno? Avverti un’ombra che segue ogni tuo passo senza disturbare? Molto probabilmente ti sei imbattuta in un masculus appiccicosus, esemplare non rarissimo di maschio Beta (gli Alfa sono in estinzione, nel caso non ve ne foste accorte). Vive ogni storia d’amore o presunta tale come se fosse la prima e l’ultima, investe ogni sua energia nel riempirti di coccole, attenzioni e sorprese. La sua agenda è fitta di TUOI impegni/ricorrenze/desideri da esaudire.
Pregi: vivamente consigliato se necessitate di un’overdose di autostima, perfetto se odiate litigi e scenate drammatiche, non vi deluderà. 
Difetti: elevato rischio di soffocamento, alta probabilità di scoprire personalità priva di spessore riempita da manciate di parole infiocchettate, di gesti zuccherosi.

Il temporeggiatore: poco propenso a prendere decisioni e impegni, la sua attività principale nella vita è rimandare cincischiando. Vi frequentate da un po', ma non state insieme; sono dieci anni di relazione, ma di andare a convivere non se ne parla, figuriamoci sposarsi; avete un bel matrimonio solido quanto il granito, ma i figli sono una responsabilità troppo grossa. Stando col temporeggiatore, morirete aspettando. Oh, contente voi, contenti tutti.


Il pianificatore: sempre un passo avanti a te, lui SA. SA e basta. Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare. Sa quali sono i vostri obiettivi presenti e futuri, sa dove passerete le vacanze quest’estate, sa come trascorrerete i primi cinque anni di vita insieme e probabilmente ha già pianificato i successivi cinquanta. Non lascia nulla al caso, non si permette una distrazione o una debolezza. Previene scrupolosamente i fallimenti perché proprio non li accetta.Pregi: se sei pigra, indolente o eternamente indecisa lui potrà condurti dove noi umane non possiamo nemmeno immaginare.
Difetti: elevato rischio di stress mentale dovuto a una mente in perenne perpetuo poderoso movimento in avanti. Alta probabilità di panico in caso di stravolgimenti improvvisi e non preventivabili della sorte.

Il mammone: la mamma è sempre la mamma, e su questo non ci piove. Ma se uno a trent'anni ancora la chiama per informarla di aver fatto la cacca nel vasino grande, qualche problemino c'è. Avrete sempre teglie di parmigiana e polpette, ma non sarete mai la prima o l'unica donna per lui, il mammone preferirà sempre la gonnella materna alla vostra.


Il timido: premetto che sia molto raro imbattersi in un esemplare di fidanzato timido. Non perché siano in via d’estinzione ma perché non oseranno mai corteggiarti. Dovrai essere tu, spavalda e impavida, a chiedergli di lasciarti il suo numero di cellulare mentre lui impacciato e colto alla sprovvista farfuglierà qualcosa. Sarai sempre tu a invitarlo a uscire dopo un’incessante catena di messaggi nei quali non saprai più cosa inventarti per carpire e capire se gli piaci davvero o se semplicemente non ha trovato il coraggio di smontare i tuoi entusiasmi.
Ancora tu a prenderlo per il bavero della giacca e baciarlo con passione in mezzo ai passanti mentre sotto di lui si aprirà una botola pronta a inghiottirlo quando paonazzo si staccherà dalle vostre labbra guardandosi attorno e chiedendosi da quale pianeta siate atterrata.
Pregi: fedele non per scelta, non lo beccherete a filtrare nei locali con altre ragazze a meno che non siano loro a incastrarlo accerchiandolo. Sarai tu la sua reginetta indiscussa e si sentirà un miracolato ad averti accanto.
Difetti: non adatto da sfoggiare in pubblico, non sarà certo il re della compagnia e correrete il rischio di dimenticarvi della sua presenza di tanto in tanto.

Il vanitoso: è (purtroppo) il trend degli ultimi anni. Depilato e oliato come un wurstel, le sopracciglia a perfetta ala di gabbiano, il ciuffo che nemmeno Elvis, alla moda con quel risvoltino del cazzo che ancora non ho capito cosa ci troviate, voi uomini. Più curato di una star di Hollywood sul red carpet, il vanitoso non solo vi farà aspettare ore ed ore perché per ottenere certi risultati la preparazione maniacale è d'obbligo, ma sminuirà la vostra femminilità. Sicure sicure di voler stare con uno così.


Il tirchio: Tu: "Amore che ne dici di prenotare una cena su quella terrazza al 34esimo piano?"
Lui: "Sei pazza? Con i soldi che spenderemmo mi potrei comprare un casale in Toscana ristrutturato"
Tu: "Amore stasera giretto in Brera?"
Lui: "Sei pazza? Con i cash che dilapido per il parcheggio acquistiamo una macchina nuova".
Tu (effettivamente pazza per la recidività): "Amore vacanze in Sardegna ad agosto?"
Lui: "Sei pazza? Con i soldi che butteremmo per una settimana a San Teodoro potrei farmi il giro del mondo e ne avanzerebbero anche".
Il tirchio. Scordatevi vacanze in lussuosi hotel vista mare e cene con ostriche e champagne. La scusa sarà che vuole mettere via i soldi per progetti migliori, la domanda è… ma quali??
Pregi: non dilapiderà il vostro patrimonio.
Difetti: emh... c’è bisogno che ve li dica io?

Lo sbruffone: ha un solo obiettivo nella vita, stare al centro dell'attenzione. Sempre e comunque. E non importa quante bazze o quanto grandi dovrà raccontare per riuscirci. Ha preso la patente al primo colpo? È lo Schumacher della Brianza. Vorrebbe mettere su una startup mica troppo furba? Briatore può accompagnare solo. È in lista civica? Berlusconi, chi?! Se uscite in compagnia col fidanzato sbruffone, vorrete sprofondare, prima perché manco un cucciolo di panda riceve tante attenzioni, poi perché tutti si renderanno conto che state con un bugiardo patologico.


Lo sportivo: lui gioca con la sua squadra il sabato pomeriggio, si allena il lunedì, il mercoledì e il venerdì, ha un torneo tra amici il martedì e il giovedì. Resta la domenica, ma… che peccato, proprio quest’anno gli hanno regalato ha l’abbonamento allo stadio, come rifiutare?
Bene, in tutto ciò, ti chiederai inizialmente smarrita, troverà un posticino per te o ti toccherà restare in tribuna? Parliamoci chiaro, hai due possibilità: o diventi la sua mascotte personale automunita e munita di striscioni trombette annessi e connessi, seguendolo in ogni spostamento, spronandolo a dare il meglio, contando i goal segnati, annotando accuratamente per ogni partita gli errori e i passaggi azzeccati, i corner effettuati e i falli subiti così da poter stilare mese dopo mese un report aggiornato delle sue prestazioni, oppure ti rassegni a vederlo nei rari momenti di riposo, con il rischio che li utilizzi per snocciolarti le ultime richieste del mister.
Pregi: hai bisogno dei tuoi spazi e di autonomia? Chi più di lui ti lascerà libera di volteggiare serena tra shopping in centro, aperitivi con le amiche e cinema strappalacrime (rigorosamente sola).

Difetti: a meno che non assumi una forma tendente a quella di un pallone da calcio rischi di rimanere in coda alla lista degli impegni. Ragazza avvisata…