venerdì 28 aprile 2017
Donne magiche: chi sono e come riconoscerle
Io mi chiedo come facciano certe donne ad essere sempre, e sottolineo sempre (ci scommetto, anche dopo un travaglio di 24 ore), perfette. Sono magiche. Quando le incrocio sulla 90 o sul 14 (sarà lì che si riuniscono), vorrei afferrarle per le spalle, guardarle dritto negli occhi e urlare: “COME FAI? COME FAI AD AVERE LA PIEGA CHE NON SI INCRESPA, CHE È LA STAGIONE DEI MONSONI E C’È UN’UMIDITÀ CHE NEMMENO ALL’EQUATORE?!”. Voi no? Perché, parliamone ragazze, certe donne sono di un’altra categoria, che io ammiro e invidio, perché – come già anticipato – sono magiche.
Innanzitutto, alle donne magiche il trucco non cola e non sbava mai. In discoteca, limone duro con il più figo della festa, e il loro rossetto rimane impeccabile, il mio si spande fin sotto il mento – e il tizio che mi son fatta non era neppure un granché. Per non parlare del loro contorno occhi che non cola di un millimetro nemmeno dopo che han fatto le 5 del mattino in pista, mentre io sono ridotta stile panda piangente già dopo dieci minuti di (non) ballo. Dei loro capelli ho già parlato, quindi andiamo oltre, con buona pace della loro messainpiega sempre a livello Aldo Coppola.
Non paghe di sminuirci sul trucco, le donne magiche ci sminuiscono anche sul vestiario. Ovviamente sono più fashion di Chiara Ferragni e, se le vedesse Enzo Miccio, non potrebbe far altro che complimentarsi, perché sono in grado anche di anticipare a lanciare tendenze. Io sono certa che il verde petrolio, colore must have per l'autunnoinverno 2017/2018, sia stato inventato da una donna magica, e che già lo indossa adesso, perché io non ho idea di che cosa sia il verde petrolio e soprattutto sono sicura che se lo indossassi sembrerei una di Ragazze Interrotte (e di certo non la Rider). Per non parlare delle loro calze che, più sottili della carta velina e più morbide della carta igienica Scottex, non sono mai smagliate, mentre io non faccio in tempo a uscire di casa che il mio gatto mi ha già tirato un filo o la calza mi si è impigliata nell’unica microscopica scheggia della sedia.
E poi c’è, ovviamente, la loro pelle che risplende e non mostra la minima imperfezione, nemmeno un minuscolo poro dilatato. Non ho ancora capito quali prodotti – cosmetici o intrugli che siano – utilizzino le donne magiche; probabilmente pozioni di pipì di pipistrello e dente di zanzara, perché a me, puntualmente, prima di un appuntamento, da qualche parte spunta un brufolo orrendo, che nemmeno il più salino dei dentifrici può riassorbire, il più potente dei Topexan sconfiggere e il miglior correttore nascondere (e sfido chiunque ad affrontare un appuntamento in tale condizione).
L’ultimo indizio che vi fa capire che una donna è magica è lo smalto, che ricopre unghie perfette, né troppo lunghe (che sarebbe volgare) né troppo corte (che sarebbe trascurato). Non è mai sbeccato o scheggiato, non lascia mai scoperta la parte iniziale dell’unghia ed è comunque più lucido di quello di noi babbane. Io ci ho provato con tutta me stessa, ma avere lo smalto come il loro richiede la precisione e la pazienza di un amanuense di Chiaravalle, ore e ore trascorse china a dare strati su strati con infaticabile perizia, e poi comunque dopo tre giorni (massimo) mi si sbecca, e allora mi parte un vaffanculo e lascio perdere.
Però almeno, con estremo amore e massima cura, sono riuscita ad avere le unghie della lunghezza giusta, della lunghezza magica.
Ah no, me ne si è rotta una l’altro ieri. È quasi magia, stronza.
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venerdì 21 aprile 2017
La Prestazione Sessuale di Merda
Dopo la riflessiva parentesi pasquale, affrontiamo un tema sexy, scabroso, scottante, ovvero (rullo di tamburi) la Prestazione Sessuale Di Merda (PSDM), di cui ora analizzerò nel dettaglio il diverso grado di intensità.
1. Torpore: caratterizzato dal fatto che la donna tende ad assopirsi, ma, se stimolata, si risveglia ed è in grado di eseguire semplici pratiche sessuali con una certa svogliatezza e di emettetre qua e là qualche gemito. Addirittura, la risposta all’orgasmo maschile può essere una simulazione ben riuscita, di cui voi uomini rimarrete per sempre ignari. La malcapitata riesce anche a contrarre i muscoli del piede perché ha letto in uno studio dell’Università di Oxford che, nel momento della petit mort, proprio quei muscoli si contraggono involontariamente. La donna è ancora in grado di assecondare il suo partner.
2. PSDM lieve: la donna è sempre più difficilmente risvegliabile e non risponde agli stimoli più intensi, sebbene talvolta emetta qualche biascicato gemito che assomiglia di più al lamento di uno a cui hanno pestato il piede. La risposta all’orgasmo maschile è peggio interpretata ma sempre presente, tuttavia la poveretta si dimentica di contrarre il collo del piede e allora magari al partner più istruito sorge qualche dubbio, ma – ve lo garantisco – è davvero difficile che uno si sia letto la sera prima la ricerca oxfordiana. La donna è ancora in grado di assecondare il suo partner, anche se svogliata.
3. PSDM di medio grado: la donna non reagisce più a nessuno stimolo, e anche se ci fosse con lei Rocco Siffredi rimarrebbe lì inerte e priva di qualsivoglia forma di eccitazione. Solo i suoi occhi sono ancora in grado di reagire chiudendosi un poco quando le sembra il momento opportuno, e ancora riesce a simulare un respiro pesante e affannoso, ma di gemiti nemmeno l’ombra. Quando il partner raggiunge l’orgasmo, alla sventurata, che mostra chiari sintomi di reattività ridotta, occorre qualche secondo per realizzare che è giunto il momento di lanciare un urletto e di di dirgli: “Sei stato fantastico”. Non essendo più in grado di assecondare il proprio partner, la donna ricorre all’ultima arma rimastale: la menzogna.
4. PSDM grave: la stimolazione che sia di mano, di lingua, di sex toy, di pene non provoca risposta alcuna, e la donna rimane immobile a fissare il soffitto e a pensare che, cavolo, quella crepa andrebbe proprio fatta stuccare, altrimenti ci viene giù l’intonaco intero. Vi è ancora segno di vita nei meccanici “sì, dai”, “quanto mi piace”, “continua” che sbiascica a intervalli regolari, dovendo ricorrere alla menzogna ben prima che nel caso della PSDM di medio grado. Ogni tanto prova a trattenere il respiro nella speranza che la carenza di ossigeno la faccia svenire e ponga così fine alla sua sofferenza. Con reattività scarsa o abolita, all’orgasmo maschile la miserabile lancia un occhio all’orologio, pensa che Chi l’ha visto? sta già per incominciare, lo riempie di falsi complimenti su quanto “come lui nessuno mai” ed è già in compagnia della Sciarelli.
5. PSDM gravissima: la donna può presentare ancora una parvenza di vita solo perché è fisicamente presente nel letto. Per il resto mancano gemiti, reazioni pupillari, falsi incoraggiamenti e simulazione. In genere, gli arti sono rilasciati, privi di tono, e non vi è più nessuna reazione all’orgasmo maschile, nemmeno la menzogna. La malcapitata, dopo aver sperato per tutto il tempo che l’intonaco le crollasse in testa e la mandasse in coma irreversibile, non fa altro che rimanere immobile, maledicendo se stessa e le sue pessime scelte in campo sessuale.
6. PSDM depassé: caratterizzato dalla abolizione completa di ogni attività cerebrale e fisica da parte femminile. La donna è più di là che di qua. È mantenuta in vita solo dall’idea che presto, molto presto finirà, si spera. E che era meglio comprarsi un gatto.
venerdì 14 aprile 2017
Non solo cioccolato: perché Amo la Pasqua
Perché Pasqua?
Avvertenze prima dell’uso: questo
post è volontariamente provocatorio. Si propone di suscitare domande senza la
pretesa di fornire risposte.
Certo il cioccolato è buonissimo
e anche la grigliata del lunedì in compagnia degli amici. Natale con i tuoi e
Pasqua con chi vuoi. Non ci sono più le mezze stagioni. Chi più ne ha più ne metta. Tutto molto
piacevole.
Ma perché celebriamo la
Pasqua? Perché ci scambiamo auguri e ovetti dolcissimi? È come imbucarsi a un party di cui non si conosce il festeggiato. Ci si
diverte, certo. Ma non è come quando partecipi alla gioia di un’amica/o che
vuole condividere con te un momento importante.
Non sono mai stata in grado di
compiere un’azione senza interrogarmi sul motivo che mi spinge a farlo. Mi sentirei
un criceto su una ruota che gira a vuoto. Si concentra su un movimento che non
ha una direzione reale.
Il rischio enorme è questo: la routine quotidiana, gli impegni
scadenzati, lo stress degli obiettivi, le paure di non farcela…sono forze
centrifughe che catalizzano la mente. Ma è davvero tutto qui?
Io credo di no e non mi vergogno a dirvi che ho fede. Una fede faticosa che a volte vacilla e che ha sempre bisogno di rinnovarsi. Una fede tortuosa.
Vivo con felicità la Pasqua perché mi ricorda la cosa più importante di tutto: L’Amore, la forza che muove il creato: granelli di sabbia e stelle, foglie e onde, nuvole e rugiada. Tutto ha in sé una scintilla di bellezza e risponde alla potenza dell’amore. E c’è un Dio che si è fatto uomo e ha amato così tanto da morire in croce per lasciare un unico messaggio: nonostante le sofferenze e i sacrifici siamo fatti per amare. Punto. Per amare noi stessi e gli altri.
Vivo con felicità la Pasqua perché mi ricorda la cosa più importante di tutto: L’Amore, la forza che muove il creato: granelli di sabbia e stelle, foglie e onde, nuvole e rugiada. Tutto ha in sé una scintilla di bellezza e risponde alla potenza dell’amore. E c’è un Dio che si è fatto uomo e ha amato così tanto da morire in croce per lasciare un unico messaggio: nonostante le sofferenze e i sacrifici siamo fatti per amare. Punto. Per amare noi stessi e gli altri.
Per questo ci stupiamo commossi
difronte a un paesaggio mozzafiato, ci emozioniamo vedendo la nascita di una
nuova creatura o banalmente piangiamo guardando un film d’amore. È il risveglio
della nostra scintilla più vera che fa le capriole quando incontra la Vita e la
Verità.
E nemmeno la morte può vincere l'Amore. L'ultimo nemico che verrà sconfitto. La Morte. Minaccia e calpesta ma si deve sottomettere docile all'Amore. Che infatti rimane e dura. L'avete sperimentato vero? L'Amore risorge, sempre. Anche tra le macerie.
Ok mi fermo e non proseguo oltre perché
non ho la presunzione di sottoporre teorie. Vorrei solo mettere una
pulce piccola piccola nell’orecchio.
Valutiamo il guadagno
e la perdita, scegliendo croce, cioè l'esistenza di Dio. Esaminiamo questi due
casi: se guadagnate, guadagnate tutto; se perdete, non perdete nulla.
Scommettete dunque che egli esiste, senza esitare.(B. Pascal)
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giovedì 6 aprile 2017
Fidanzati fantastici e dove trovarli
L'indipendente: l'uomo indipendente richiede, nella giusta misura e senza trascurarvi, i suoi tempi e i suoi spazi: non sarete messe da parte né diventerete un riempitivo. Ovviamente concederà a voi gli stessi, identici diritti, altro che pari opportunità e quote rosa. L'indipendente è la nuova frontiera del femminismo. Indispensabile.
L'attento: c’è. Semplicemente e splendidamente c’è. Quando parli ti ascolta, davvero. Non attacca occhi finti sulle palpebre per fingersi sveglio mentre tu ti arrovelli alla ricerca della soluzione a un problema. Non sbadiglia durante la discussione della tua tesi di laurea, causa di notti insonni occhiaie da panda e crampi addominali. Non potrebbe farlo. Perché lui è lì per te. E ogni tuo problema, ogni tua gioia, ogni tuo traguardo è un po’ anche il suo.
Ti capisce o almeno si sforza di capirti, di mettersi nei tuoi panni.
L’”attento” è un esemplare in via d’estinzione a causa della proliferazione dell’inarrestabile virus dell’egocentrismo, piaga sociale ad oggi ancora in fase di studio.
Marcalo stretto e ritieniti molto molto fortunata ad averlo accanto.
Il deciso: consigliato a tutte le donne impulsive o cincischiatrici, il deciso è in grado di acchiappare le proprie opportunità al momento giusto e non scappa di fronte alle responsabilità. Coglie l'attimo che ciao, Orazio, ciao. Anche quando voi non sapete farlo, perché siete così insicure da non saper scegliere nemmeno il fondotinta. Il deciso: non lasciatevelo scappare.
Il maturo: ha superato eroicamente la fase dell’adolescenza. Non ha bisogno di dimostrare agli amici di essere il più virile in una gara di rutti o il più spericolato in una corsa con gli scooter in tangenziale. Non ha bisogno di collezionare ogni sera una ragazza diversa per confermare la propria virtus. Non ricerca spasmodicamente conferme o apprezzamenti. Ha imparato ad accettarsi, a volersi bene. È completo e sa bastarsi. Probabilmente le esperienze della vita lo hanno già messo a dura prova ma ne è uscito vittorioso e ha imparato ad accogliere anche le sofferenze.
Non ti sceglierà per colmare lacune affettive o perché ti ha scambiato per un surrogato materno. Ti sceglierà perché ha visto in te qualcosa di bello che vale la pena proteggere e coltivare. Sarà amore vero e chi lo conoscerà non tornerà più indietro.
Il tradizionalista: poco incline a rinunciare ai pranzi della domenica in famiglia, il tradizionalista è legato alla famiglia in modo sano e non è cresciuto sotto una campana di vetro: rispetta valori incisi nella pietra. Seppur presente, sua madre non sarà mai invadente e voi potrete approfittarne quando non aver sbatti di cucinare. Insomma, il tradizionalista è come il maiale: non si butta via niente.
L'attivo: da non confondere con lo sportivo incallito per alcune superficiali assonanze. È un ragazzo in forma ma senza fanatismi. Ha fatto suo il motto mens sana in corpore sano ma non passa il suo tempo a scattarsi foto in palestra in fase di sollevamento pesi allo specchio. È a posto con se stesso e non ha bisogno di conferme altrui.
Dopo che vi ha conquistata non si abbandona sul divano con boxer, birretta e Playstation, assumendo con il trascorrere del tempo le sembianze e la verve di un panda. No, lui ha spirito d’iniziativa ed è intraprendente. Vi coinvolge in attività divertenti e sa gustare a pieno i piaceri della vita.
Il generoso: non significa sperperatore. Il “generoso” è un compagno di vita altruista. Non ti metterà in imbarazzo chiedendoti di pagare la cena perché conosce molto bene la galanteria. Non ti rinfaccerà la benzina spesa per percorrere il tragitto da casa sua a casa tua. E non si tratta solo di un discorso economico.
Il generoso ama e ci tiene a renderti felice. Non ha paura di andare “in perdita” a concederti troppo. Il tempo trascorso insieme non è mai uno “spreco” per lui. Cosa volete di più?
Sincero: ah, il sincero... un uomo che non conta balle ormai è come un'oasi del deserto. Sarà che il trend "ce l'ho più grosso io" ormai è un morbo universale e che le bazze sono un must per ostentare la virilità, ma un uomo che riconosce e ammette i propri limiti è meglio, e su questo non ci piove. C'aveva visto lungo Arisa quando canticchiava "sincerità, un elemento imprescindibile per una relazione stabile": occhi aperti e accaparratevi il sincero, manco fosse un parcheggio in Ventura durante il salone del mobile.
Il solare: è il tuo Sole. La tua fonte di calore. Una vera e propria manna dal cielo. Il fidanzato solare è quello che ha deciso di vivere la vita con leggerezza senza inutili paranoie. Sa sempre trovare in tasca le parole giuste da pronunciare per farti ridere anche quando con il moccio al naso e gli occhi annacquati lo guardi affranta dall’ennesima lite con la collega. Il suo abbraccio è avvolgente ed è un porto sicuro in cui approdare ogni sera per ricordarsi che in fondo le piccole e grandi sventure della quotidianità sono nulla in confronto all’amore.
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