#anatalepuoi essere chi di solito non sei e – SBAM! – da stronza cinica trasformarti in un grumo di romanticismo e tenerezza che un cucciolo di gattino con gli occhioni blu c’ha solo da imparare. Ecco, io sono così. Natale è il mio periodo preferito dell’anno, e me lo godo tutto, fino in fondo, dispensando amore di qua e di là. Nemmeno il traffico causato dai minus habenetes che usano la macchina solo a Natale e Pasquetta riesce a togliermi la magia.
a
E questa è la mia personale top ten delle cose che mi piace fare a Natale:
1. Mangiare il croccante: posto che a me gli altri dolci natalizi (pandoro, panettone e torrone) mi fanno schifo e che sono perennemente a dieta, Natale è il momento giusto per sfondarmi di croccante e non avere sensi di colpa che mi perseguiterebbero per il resto della vita. D’altronde è Natale, e – ricordiamolo ancora una volta che non si sa mai – #anatalepuoi.
2. Fare l’albero: quanto mi piace fare l’albero e – più in generale – addobbare la casa, voi non potete manco immaginarlo. Tutta la mia vena da arredatrice mancata trova sfogo negli addobbi natalizi, che dispongo con una cura e precisione che hanno un ché di maniacale, ma tant’è: si fottano Freud e compagnia bella, io nel mio autismo natalizio ci sguazzo proprio bene.
3. Impacchettare i regali: forse c’è qualcosa di perverso anche in questo, ma vogliamo parlare della soddisfazione di un pacchettino originale o di un fiocco ben riuscito? Del rumore delle forbici sulla carta? Una sensazione di orgoglio mista a potere quando magicamente quel nastrino si arriccia o le orecchie a ventaglio del pacchetto vi escono perfette e ben ripiegate.
4. Cantare a squarciagola le canzoni di Natale di Radio Deejay: stonando e urlando il più possibile, in barba alle convenzioni del vivere civile e possibilmente rischiando l’arresto per disturbo della quiete pubblica. Per me non è Natale finché non esce la nuova canzoncina di Pasquale & Co. Se voi non le avete mai ascoltate, iniziate: è una terapia che non può essere sostituita nemmeno da vent'anni di analisi.
5. Indossare le orecchie da renna: con orgoglio e fierezza, sempre a testa alta, tintinnanti e rosso acceso, più trash che mai. Ci vado in giro dappertutto, anche nei ristoranti trés chic e continuo a chiedermi perché non sia ancora stata assunta dal Santo Claudio per accudire Rudolph.
Sappiate che l’importante, per non sembrare ridicoli, è crederci. Sempre.
Sappiate che l’importante, per non sembrare ridicoli, è crederci. Sempre.
6. Aspettare la neve: anche se il surriscaldamento globale trama contro di me, e a Milano non nevica più da anni, io ci credo ancora, perché "la neve tutto ovatta, l'ovatta tutto neve" e insomma la città assopita e tinta di bianco ha qualcosa di silenziosamente poetico che riesce a placare la mia quotidiana irrequietezza – e addirittura tollero il disagio che la neve cittadina provoca, causando crisi di amaxofobia generalizzate.
7. Vedere la città che luccica: proprio come la neve, anche le lucette da cui Milano viene invasa fanno la loro porca figura e contribuiscono non poco a creare la romantica atmosfera natalizia.
La città sembra uscita da una favola colorata ed è così luminosa da fare impallidire Parigi, che per una volta quegli snob dei francesi muti e a casa.
La città sembra uscita da una favola colorata ed è così luminosa da fare impallidire Parigi, che per una volta quegli snob dei francesi muti e a casa.
8. Scegliere i regali: più che scambiarseli o comprarli, mi piace proprio il gesto della scelta, riflettere su ogni persona cui faccio un regalo per decidere cosa sia più adatto per lei. Dedicarle tempo e pensiero.
E mi fermo qui, perché va bene tutto ma sono comunque il Nero e rischio di essere troppo sdolcinata. Non abituatevi troppo.
E mi fermo qui, perché va bene tutto ma sono comunque il Nero e rischio di essere troppo sdolcinata. Non abituatevi troppo.
9. Confezionare pensierini fatti a mano: strettamente connesso col punto precedente, il fattoamano natalizio è un must e soprattutto è – a mio modesto parere – il modo migliore di comunicare amore ai propri cari. Palline-bricolage, dolcetti al forno, scatolette découpate sono i miei cavalli di battaglia natalizi: altro che Art Attack, Giovanni Muciaccia ti offro ripetizioni, anche gratis, che a Natale siamo tutti più buoni.
10. Passare il tempo con le persone che amo: non credo che questo punto abbia bisogno di ulteriori spiegazioni, ma un consiglio serio stavolta ve lo voglio dare. Il Natale è soprattutto stare vicino a chi si ama, è il momento giusto per dire "Ti voglio bene" a parenti, amici, fidanzati, animali da compagnia, piante grasse. Lo faccio io, la misantropa per eccellenza, possono farlo tutti.
Vi voglio bene, cari lettori.